domenica 24 febbraio 2019

Alcune utili considerazioni dalla parabola del seminatore narrata dal Signore Gesù

Alcune utili considerazioni dalla parabola del seminatore narrata dal Signore Gesù

Yaqin non ha creduto nel Signore per parecchio tempo, ma e piace molto leggere la Bibbia. Un giorno, rivolse la sua attenzione a Matteo 13:3-8 e lesse: “Ed egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo: Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. E un’altra cadde ne’ luoghi rocciosi ove non avea molta terra; e subito spuntò, perché non avea terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu riarsa; e perché non avea radice, si seccò. E un’altra cadde sulle spine; e le spine crebbero e l’affogarono. E un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando qual cento, qual sessanta, qual trenta per uno”. Tra i numerosi versetti successivi (vedi Matteo 13:24-33) si imbatté anche in molte parabole, come quella della zizzania, del seme di senape, del lievito e così via. Dopo averle lette, pensò: “Perché Gesù Cristo parlava sempre per mezzo di parabole quando predicava ai discepoli? Qual era la Sua volontà dietro la parabola del seminatore?”.
Il pomeriggio seguente, il marito di Yaqin, Han Lei, che era stato lontano a predicare, rincasò. Allora Yaqin gli raccontò della confusione che aveva provato quando aveva letto la Bibbia il giorno prima. Suo marito rispose: “Di recente mi è capitato di leggere con diversi collaboratori un passaggio delle parole di Dio su un sito web dedicato al Vangelo. Penso che potrebbe essere utile per trovare una soluzione a questo tuo dubbio”. Yaqin replicò emozionata: “Davvero? Fammi dare un’occhiata”. Han Lei mise da parte il suo lavoro, accese in fretta il computer per aprire la pagina web ed entrambi si sedettero davanti allo schermo per leggere le parole in questione.
Le parole di Dio dicono: “La prima è quella del seminatore. È una parabola molto interessante; la semina è un evento frequente nella vita delle persone. La seconda è quella della zizzania. Gli adulti e chiunque abbia seminato delle colture conoscono bene questa pianta. La terza parabola è quella del granello di senape. Tutti voi sapete cos’è la senape, vero? In caso contrario potete consultare la Bibbia. Quanto alla quarta parabola, quella del lievito, la maggior parte delle persone sa che esso si usa per la fermentazione; è qualcosa che si adopera nella vita quotidiana. […] sono tratte dalla vita delle persone; vengono tutte dalla loro vita reale. Che tipo di immagine dipingono queste parabole? Quella di un Dio che diventa una persona normale e vive tra gli uomini, usando il linguaggio di una vita normale, utilizzando il linguaggio umano per comunicare con gli uomini e fornire loro ciò di cui hanno bisogno. Quando Dio Si fece carne e visse a lungo tra le persone, dopo aver sperimentato e osservato i loro diversi stili di vita, queste esperienze diventarono il Suo manuale d’istruzioni per trasformare il Suo linguaggio divino in umano. Naturalmente, le cose che vide e udì nella vita arricchirono anche l’esperienza umana del Figlio dell’uomo. Quando Egli voleva far capire alle persone alcune verità e una parte della volontà di Dio, poteva usare parabole simili a quelle citate sopra per parlare con gli uomini della volontà di Dio e delle Sue prescrizioni per l’umanità. […]”.
Dopo aver letto questo passaggio, Yaqin si immerse nelle sue riflessioni.
Han Lei proferì: “Dalle parole di Dio possiamo desumere che l’intenzione del Signore Gesù quando predicò ai discepoli per mezzo di parabole era di permettere loro di comprendere le Sue parole e diversi aspetti della verità. Usando il linguaggio umano e le parabole, Egli espresse la volontà di Dio ai discepoli; parlando in questo modo, fece loro sentire la Sua profonda vicinanza. Pertanto, tutti loro amavano e volevano ascoltare la Sua predicazione. Come risultato, il Vangelo del Regno dei Cieli ha trovato modo di diffondersi. Quando i discepoli ascoltavano la predicazione del Signore Gesù e pregavano nel Suo nome, ricevevano la Sua grazia e le Sue benedizioni. Inoltre, poiché noi esseri umani non possediamo l’organo per accogliere la verità, se il Signore Gesù non avesse utilizzato le parabole nella Sua predicazione, i discepoli non avrebbero capito appieno le Sue parole. Proprio come per la parabola del seminatore, noi tutti abbiamo familiarità con la semina; gli agricoltori spargono i semi a ogni primavera. Si tratta di un evento comune nella nostra vita quotidiana. Il Signore Gesù usò il linguaggio umano e il linguaggio quotidiano per esprimere le Sue parole, in modo che i discepoli le comprendessero con immediatezza. Da queste considerazioni possiamo evincere che il Signore Gesù rifletté a lungo su come svolgere la Sua predicazione, in modo che i discepoli capissero meglio le Sue parole e mettessero in pratica i Suoi insegnamenti, al fine di ottenere la salvezza di Dio. Questo approccio incarna l’amore di Dio per l’umanità”.
Yaqin fu d’accordo: “Grazie alla tua condivisione ora ci capisco qualcosa. Il Signore giunse sulla terra per vivere tra gli uomini e predicare il Vangelo del Regno dei Cieli mediante il linguaggio dell’uomo e le parabole, perché voleva che i discepoli potessero meglio comprendere le Sue parole e praticarle”.
Han Lei rifletté per un attimo e continuò a condividere: “Sì, tutti noi sappiamo che queste parabole sono centrate interamente attorno al Regno dei Cieli. Proprio come dice la Bibbia: ‘Tutte le volte che uno ode la parola del Regno e non la intende, viene il maligno e porta via quel ch’è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto la semenza lungo la strada. E quegli che ha ricevuto la semenza in luoghi rocciosi, è colui che ode la Parola e subito la riceve con allegrezza; però non ha radice in sé, ma è di corta durata; e quando venga tribolazione o persecuzione a cagion della Parola, è subito scandalizzato. E quegli che ha ricevuto la semenza fra le spine, è colui che ode la Parola; poi le cure mondane e l’inganno delle ricchezze affogano la Parola; e così riesce infruttuosa. Ma quei che ha ricevuto la semenza in buona terra, è colui che ode la Parola e l’intende; che porta del frutto e rende l’uno il cento, l’altro il sessanta e l’altro il trenta’ (Matteo 13:19-23). Da questo brano possiamo ricavare che non c’è vita in tutti quei semi che cadono lungo il ciglio della strada, in quelli interrati in luoghi pietrosi e tra le spine, e sappiamo anche che essi non sono capaci di dare buoni frutti. Lo scopo del Signore con questa parabola è che noi esseri umani accogliamo nei nostri cuori le Sue parole e la Sua via, e comprendiamo la Sua volontà e i risultati che Egli cercò di ottenere nel pronunciare tali frasi. Se riusciamo a prendere seriamente ogni espressione che il Signore ha pronunciato e a praticare secondo quanto da Lui proferito, saremo i semi buoni che portano frutti e potremo alla fine entrare nel Regno di Dio. Se ci limitiamo ad ascoltare la predicazione del Signore, ma non comprendiamo le Sue parole, allora non saremo in grado di portare a termine la Sua via; quando qualcuno cercherà di ingannarci, abbandoneremo questo cammino, perché non avremo compreso le Sue parole, proprio come i semi piantati lungo il ciglio della strada. Se ascoltiamo la predicazione del Signore, ma non agiamo in accordo a essa, e ogni giorno siamo distratti da questioni terrene, dando eccessiva importanza al mangiare, al bere e allo stare allegri, e perseguendo reputazione e posizione sociale, alla fine la nostra fede sarà vana, e noi potremo solo essere eliminati, come i semi gettati nei luoghi pietrosi o tra le spine. A questo punto, penso alla condizione di noi cristiani. Sebbene molti di noi ascoltino la predicazione del Signore, quanti Suoi insegnamenti sono davvero nel nostro cuore? Ci sono uomini e donne che possono seguire il Signore e praticare alcune delle Sue parole solo se la Sua grazia li accompagna costantemente, ma che poi non riescono a portarGli testimonianza, e persino non credono in Lui e Lo tradiscono, non appena incontrano disgrazie come la persecuzione da parte dei loro parenti non credenti o del governo del PCC; ci sono anche persone che non possono attenersi alle parole del Signore di fronte alle tentazioni di ricchezza, fama e posizione sociale, e che si allontaneranno dalle Sue richieste e percorreranno il sentiero di coloro che vivono nel mondo, diventando così indifferenti nei loro cuori alla predicazione del Signore. Questi due tipi di persone sono proprio come i semi sparsi lungo la strada, nei luoghi rocciosi e tra le spine. Solo coloro che riescono a superare queste tentazioni e prove, e continuano a camminare sulla via di Dio, possono seguire il Signore sino alla fine. Solo costoro sono i buoni semi gettati nella buona terra”.
Yaqin annuì e commentò: “Giusto! Sia resa grazia a Dio. Dalla tua condivisione, giungo in qualche modo a comprendere la parabola del seminatore e la ragione per cui il Signore ha predicato ai discepoli per mezzo di parabole. Desidero essere un seme gettato nella buona terra, ascoltare con attenzione le parole del Signore e praticare la Sua via, perché il Signore Gesù ha detto: ‘Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli’ (Matteo 7:21). Pertanto, solo coloro che obbediscono ai Suoi insegnamenti possono entrare alla fine nel Regno dei Cieli. Devo sforzarmi di essere una persona di questo tipo”.

Fonte: Vangelo della vita eterna

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