martedì 19 novembre 2019

La discordia ha finalmente abbandonato la mia famiglia!

La discordia ha finalmente abbandonato la mia famiglia!


Fin da piccola ho vissuto in una famiglia armoniosa. I miei genitori a volte bisticciavano, ma la famiglia si riprendeva sempre ed eravamo tutti tolleranti gli uni con gli altri. I miei genitori mi hanno insegnato che non bisognerebbe litigare per motivi futili, è meglio tenersi tutto dentro e lasciar correre. Quando iniziai a lavorare seguii gli insegnamenti dei miei genitori: mi mostravo tollerante e cercavo di andare d’accordo con tutti. Quando mi sposai, molte persone mi dissero che era difficile mantenere un buon rapporto con la suocera, ma io ero convinta che finché avessi mostrato tolleranza e pazienza, ci sarei riuscita. Purtroppo, i fatti non mi diedero ragione.

Nel 2015 vissi alla casa di mia mamma a causa di parto. In quel periodo mia suocera non si prese mai cura di me. Poi, un giorno, la vidi entrare in stanza. Non mi aiutò per niente, invece si mise a curiosare in giro; poi, in tono di disprezzo, mi disse: “La tua casa è troppo scura! E ci sono delle crepe nei muri”. Tenne un po’ in braccio il bambino e poi se ne andò. Pensai: “Hai più soldi di me, tuo figlio lavora all’estero. Ma non l’ho sposato perché la vostra famiglia è benestante”. Più ci pensavo, più mi sentivo ferita. Ad ogni modo, non c’era alcun bisogno di litigare per queste piccolezze, così sopportai e lasciai correre. Dopo un mese tornai a vivere con entrambi i miei suoceri. Ogni giorno, quando tornavo dal lavoro, mia suocera mi raccontava qualcosa di brutto relativo a mio suocero, e mi diceva che era stata una sfortuna, per lei, sposarlo. Sparlava anche di altra gente che le aveva fatto un torto o che non si era comportata bene con lei. Parlava sempre degli altri. Col passare del tempo, benché io non esponessi le mie idee, mi formai una mia opinione su di lei e iniziai a pensare che fosse una che aveva da ridire su tutto. Perciò, a parte i saluti mattino e sera, e ciò che mi raccontava a cena, non le rivolgevo mai la parola.
Nel febbraio del 2016 abbiamo raggiunto mio marito negli Stati Uniti. Passavo le giornate a casa a curare mio figlio, quindi ovviamente avevo molto più tempo da passare con mia suocera. Avevamo idee diverse circa l’educazione del bambino, perciò discutevamo spesso. Col tempo il nostro disaccordo si fece più profondo. Ad esempio, a mio figlio piaceva guardare i cartoni a cena: io sostenevo che non gli facesse bene, mentre lei glielo lasciava fare. Lo stava viziando. Un giorno persi le staffe e strappai l’iPad di mano a mia suocera, poi lo tirai sul letto e ordinai a mio figlio di finire in fretta la cena. Mia suocera non disse niente sul momento, ma si vedeva che non era affatto contenta. Un’altra volta, quando vidi mia suocera imboccare mio figlio (cosa che faceva spesso), me la presi con mio figlio: “Non sei in grado di mangiare da solo? Hai il braccio rotto?”. Anche quella volta, mia suocera non disse niente. Dopo pranzo si sdraiò sul letto con un’espressione scontenta sul volto. A cena, io e mio marito mangiammo i ravioli avanzati, mentre ai miei suoceri servii del porridge. Mia suocera era scontenta perché credeva che io non volevo che lei mangiasse i ravioli. Dopo cena andai con mio marito a comprare il latte per nostro figlio, e per caso non sentimmo la chiamata di mia suocera. Al nostro ritorno trovammo mia suocera su tutte le furie, tanto che gridò a mio marito: “Se non vuoi che viviamo qui, parla! Ridammi i miei soldi e ce ne andiamo immediatamente”. Sapevo che quella era una frecciatina per me, così mi affrettai a rispondere: “Certo che no. Siamo una famiglia, viviamo tutti insieme, possiamo parlarne con calma”. Lei però non si calmava, perciò corsi in camera mia e iniziai a piangere. Quando mio marito venne a consolarmi, sua madre si arrabbiò ancora di più e gli mandò anche un messaggio molto duro. Il suo gesto mi fece arrabbiare, e iniziai a desiderare di poter lasciare quella casa. Invece lasciai correre ancora, per il bene di nostro figlio. Io però stavo raggiungendo il limite: la nostra armonia non poteva basarsi solo sul mio lasciar correre.
Ero stressata e stanca, perché cercare di non litigare con mia suocera richiedeva molte energie. Spesso piangevo di nascosto. Pur di passare meno tempo in casa, portavo mio figlio in giro per tutto il giorno e non tornavo fino a sera. Così facendo, riuscii ad avere rapporti minimi con lei per tre mesi. Io però mi sentivo sempre depressa e mai tranquilla.
A giugno del 2017, in biblioteca, conobbi una sorella che credeva in Dio. Era talmente gentile e amichevole che le raccontai i miei problemi. Lei mi confortò e mi portò a casa di un’altra sorella, dove conobbi molte altre persone. Condivisero con me il Vangelo del Regno di Dio, e allora scoprii che il Signore Gesù era già tornato e stava compiendo l’opera di giudizio e castigo, così da farci rendere conto della nostra corruzione, purificarci e condurci alla nostra bellissima destinazione finale. Soprattutto quando sentii l’inno “L’universo e l’immensità stanno lodando Dio” in cui si dice “Per amare Dio, dobbiamo porgerGli un cuore sincero…”, mi commossi. Mi ero allontanata da Dio, ma in passato avevo avuto fede, sebbene fosse poco più che mera apparenza. Mi salirono le lacrime agli occhi. Volevo rimettermi a Dio, adorarLo sinceramente e non deluderLo mai più. Accettai l’opera di Dio Onnipotente e iniziai a vivere una vita di chiesa.
Una volta, durante un incontro, raccontai alle sorelle i miei problemi con la suocera. Loro mi lessero un passo delle parole di Dio: “Adamo ed Eva, creati da Dio in principio, erano persone sante; vale a dire, mentre erano nel giardino dell’Eden erano santi, incontaminati da ogni lordura. Erano anche fedeli a Jahvè e non sapevano nulla del tradimento di Jahvè. Questo perché non erano disturbati dall’influenza di Satana, erano privi del suo veleno ed erano i più puri di tutti gli esseri umani. […] In principio erano santi e temevano Jahvè; solo in questo modo erano umani. Più tardi, dopo che furono tentati da Satana, mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male e vissero sotto l’influenza di Satana. Furono gradualmente corrotti da Satana e persero l’immagine originale dell’uomo. In principio, l’uomo ricevette il soffio di Jahvè e non era affatto disobbediente né vi era alcun male nel suo cuore. A quel tempo, l’uomo era veramente umano. Dopo essere stato corrotto da Satana, l’uomo divenne una bestia: i suoi pensieri furono pieni di malvagità e sudiciume, senza bontà o santità. Non è questo Satana? ” (“Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”).
Poi, una sorella commentò: “Facciamo tutti parte di un’umanità che è stata corrotta da Satana; abbiamo da tempo perso la nostra innocenza e bontà. I tuoi problemi con tua suocera derivano dalla tua natura corrotta. Anche se ci impegniamo per mettere in pratica la convinzione che ‘il compromesso rende il conflitto più facile da risolvere’, la nostra natura ci porta sempre ad essere insoddisfatti. Arriviamo sempre a un punto in cui non possiamo più controllarci e cediamo alla rabbia. Tua suocera ha perso le staffe e voleva controllare tutto, ma tu? Anche se all’apparenza sei più tollerante, quando lei faceva le cose in modo diverso da te non eri contenta, la giudicavi male e ti arrabbiavi anche tu. Sono tutte conseguenze della nostra natura corrotta. Ora Dio Onnipotente risolverà il problema alla radice. La nostra natura satanica verrà esposta sfruttando l’ambiente che ci circonda, e noi la conosceremo per quello che è grazie al rivelare e giudicare delle parole di Dio. Solo allora potremo odiare la natura corrotta in noi ed essere disposti a praticare secondo le parole di Dio. Gradualmente, potremo vivere la somiglianza di autentiche persone. Sorella, ora sappiamo di essere corrotti e che tutto ciò che incontriamo è stato disposto da Dio al fine di purificarci, perciò non incolperemo più gli altri per i nostri problemi. Quando chi ci circonda esporrà la propria corruzione, non cadremo più vittime dei tranelli di Satana. Preghiamo Dio, affidiamoci a Lui e cerchiamo la verità, Egli sicuramente ci guiderà!”.
Annuii involontariamente, perché ero d’accordo con la sorella. Sia io che mia suocera siamo corrotte. Lei mi tormentava e, se c’era qualche difficoltà, voleva assumere il controllo, mentre io non avevo pazienza né tolleranza, ero irascibile, ed ero ugualmente in torto. Il discorso della sorella mi illuminò, e mi fece vedere chiaramente il problema. Dopo l’incontro iniziai a pregare Dio ogni giorno, sperando che potesse aiutarmi a liberarmi dei miei pregiudizi. Gradualmente, mi accorsi che il disprezzo per mia suocera aveva iniziato a scemare, ma ero ancora preoccupata che le cose potessero sempre tornare come prima. Agli incontri, le sorelle mi dicevano sempre di affidarmi a Dio per risolvere questo problema.
Qualche giorno più tardi, mio suocero fu ricoverato. Volevo andare a trovarlo, ma pensavo che mia suocera non sarebbe stata contenta di vedermi lì. Mi rivolsi a Dio: “Dio! Illuminami e guidami! Anche se la situazione con mia suocera non è ancora del tutto risolta, sono disposta a farmi da parte”. La preghiera mi calmò. Chiamai mio marito e gli proposi di andare a trovare suo padre: “Porta anche qualcosa da mangiare: molto probabilmente tua mamma non ha ancora mangiato”. Mio marito però mi disse che poteva benissimo andare da solo, perciò mandai subito un messaggio a una sorella. Lei mi disse di pregare e affidarmi a Dio, e fu allora che fui testimone delle Sue azioni miracolose. A un certo punto mio marito mi chiamò e disse: “Mia madre non ha mangiato niente oggi. Prepara qualcosa, così glielo portiamo all’ospedale”. Ciò che mi sorprese di più fu che quando arrivammo all’ospedale, mia suocera mi chiese subito se avessi già mangiato, poi trovò una sedia per me. Ero sorpresa, ma la cosa mi fece anche molto piacere. Non potei fare a meno di rivolgermi a Dio nel mio cuore: “Dio! Questo è davvero uno dei Tuoi miracoli. Ti sono davvero grata”. Da allora in poi la nostra relazione cambiò, e cominciammo a parlare di più. A volte, quando portavo mio figlio agli incontri, lei mi chiamava e mi chiedeva a che ora sarei tornata e se avesse dovuto venire a prenderci. Le cose migliorarono sempre di più.
Tra noi non c’erano più barriere, ma capitava ancora di reagire male quando capitava qualcosa, come per esempio quando si lamentava di qualcuno o qualcosa. Poi un giorno lessi queste parole di Dio: “Gli esseri umani non richiedono molto a sé stessi, ma richiedono molto agli altri. Devono essere pazienti e tolleranti nei loro confronti, tenerli in gran conto, provvedere a loro, sorridere, essere premurosi e arrendersi a loro. Devono prendersi cura di loro in molti modi, e non possono essere severi con loro, provocarli o fare qualcosa che a loro non piacerebbe. La ragione umana è così carente! ” (“Coloro che hanno sempre richieste per Dio sono i meno ragionevoli” in Registrazione dei discorsi di Cristo). Più riflettevo sulle parole di Dio, più mi sembrava che mettessero a nudo le mie mancanze. Fin dall’inizio, visto che mia suocera non mi dava tregua, l’avevo giudicata male. Per quanto riguarda l’educazione di mio figlio, poi, mi dava fastidio che lo viziasse. L’avevo anche presa in odio perché le sue parole spesso mi ferivano. Al tempo stesso, però, anche io avevo delle pretese: che educasse mio figlio come volevo io e che vivesse alla mia maniera. Compresi di essere stata più severa con lei che con me stessa, perciò mi chiesi: “Non mi sono comportata in modo davvero irragionevole?” Improvvisamente realizzai che il vero motive per cui non andavo d’accordo con mia suocera era che la incolpavo di ciò che non andava e che pretendevo sempre tanto da lei, ma non mi accorgevo mai dei miei errori. Ripensai a ciò che disse il Signore Gesù: “E perché guardi tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave che è nell’occhio tuo? Ovvero, come potrai tu dire al tuo fratello: Lascia ch’io ti tragga dall’occhio il bruscolo, mentre ecco la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita, trai prima dall’occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per trarre il bruscolo dall’occhio del tuo fratello” (Matteo 7:3-5). Dio voleva purificare la mia natura corrotta sfruttando l’ambiente che mi circondava. Grazie a ciò ho potuto vedere che mi comportavo in maniera davvero arrogante e irragionevole. Avrei dovuto mettere da parte me stessa e cambiare i miei comportamenti sbagliati. Non avrei dovuto comandare mia suocera. Dopo aver compreso la volontà di Dio, ero pronta a cancellare i miei pregiudizi nei confronti di mia suocera. Ora, quando vedo che fa qualcosa che non è in linea con ciò che vorrei io, non la accuso più ma invece prego Dio e mi affido alle Sue parole per risolvere il problema. Dio è proprio come un genitore: se mi affido a Lui completamente, mi sento molto più sicura!
Sono state le parole di Dio ad abbattere il muro tra me e mia suocera. Ho confermato che la parola di Dio è verità, un lume al mio piede e una luce sul mio cammino che rischiara le tenebre del mio cuore. Ho capito anche che l’opera di giudizio di Dio degli ultimi giorni mira a purificare l’umanità tramite le Sue parole, così da poterci salvare e rendere liberi dall’influenza di Satana. Anche se conosco poco le parole di Dio e finora la mia natura è cambiata poco, sono disposta a impegnarmi per ricercare la verità e testimoniare l’opera di Dio. Amen!
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