giovedì 31 gennaio 2019

Ho trovato la salvezza negli ultimi giorni su Facebook (Ⅰ)

Ho trovato la salvezza negli ultimi giorni su Facebook (Ⅰ)

Traduzione di IKS Translators
Mi chiamo Mengai. Ho 54 anni. Sono una cristiana in Malesia che ha creduto nel Signore per oltre 30 anni. Ho quattro figli. Mio marito è morto quando mio figlio minore aveva solo diversi anni, lasciandomi solo a crescere i figli. Più tardi, mi sono rivolta al Signore. Grazie alla protezione e alla grazia del Signore e all’aiuto dei fratelli e delle sorelle, ho vissuto gli anni più difficili. Ora, tutto è a posto. Grazie a Dio! …

mercoledì 30 gennaio 2019

Commento al vangelo del giorno: una volta salvati, saremo sempre salvati?

Commento al vangelo del giorno: una volta salvati, saremo sempre salvati?


L’opera di redenzione del Signore Gesù si è diffusa fino ai confini della terra, ha raggiunto ogni casa ed è diventata un nome familiare, ed è anche grazie alla redenzione del Signore Gesù che l’umanità è sopravvissuta fino ad oggi. Molti fratelli e sorelle sostengono il punto di vista secondo il quale “una volta salvati, saremo sempre salvati”, insieme alle parole dell’apostolo Paolo “Infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati” (Romani 10:10).

martedì 29 gennaio 2019

Possiamo accogliere il ritorno del Signore seguendo ciecamente?

Possiamo accogliere il ritorno del Signore seguendo ciecamente?

Un giorno, ho letto una piccola storia: un vecchio e un bambino guidavano un asino ad una fiera. All’inizio il ragazzo cavalcava l’asino, mentre il vecchio camminava. Poi, i passanti li hanno visti e hanno detto che il ragazzo era spensierato e che avrebbe dovuto lasciare il vecchio cavalca l’asino Quindi il bambino smontò e lasciò che il vecchio guidasse. Più tardi, incontrarono una persona che disse che il vecchio era troppo egoista per cavalca l’asino da solo. Così, hanno guidato insieme. Dopo un po’, alcune persone li incontrò e commentò che erano crudeli perché avrebbero esaurito l’asino. Per questo motivo, se ne sono andati e hanno camminato sull’asino. Di nuovo, un altro la persona che passa ha detto che erano stupidi perché non hanno cavalcato il disponibile asino. Non sapevano chi dovevano ascoltare. Alla fine, hanno spinto l’asino in un pozzo e non aveva più niente.

lunedì 28 gennaio 2019

Commento al Vangelo – Quindi, ecco come il Signore ritorna

Commento al Vangelo – Quindi, ecco come il Signore ritorna


Molti credenti nel Signore hanno letto la profezia biblica seguente: “vedranno il Figliuol dell’uomo  venir  sulle  nuvole  del cielo con gran potenza e gloria” (Matteo24: 30).Essi credono  che,  quando  il  Signore  ritorna, sicuramente scenderà su una nuvola, ma ci sono  altre  profezie  nella  Bibbia  che  affermano : “Ecco,  io  vengo  come  un  ladro” (Apocalisse 16: 15).

Gesù mangia del pane e spiega le Scritture dopo la Sua resurrezione

Gesù mangia del pane e spiega le Scritture dopo la Sua resurrezione

Gesù mangia del pane e spiega le Scritture dopo la Sua resurrezione

(Luca 24:30–32) E quando si fu messo a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse, e spezzatolo lo dette loro. E gli occhi loro furono aperti, e lo riconobbero; ma egli sparì d’innanzi a loro. Ed essi dissero l’uno all’altro: Non ardeva il cuor nostro in noi mentr’egli ci parlava per la via, mentre ci spiegava le Scritture?

domenica 27 gennaio 2019

Le ricerche e le conquiste di Giobbe nella vita gli consentono di affrontare serenamente la morte

Le ricerche e le conquiste di Giobbe nella vita gli consentono di affrontare serenamente la morte

Nelle Scritture si dice di Giobbe: “Poi Giobbe morì vecchio e sazio di giorni” (Giobbe 42:17). Ciò significa che quando morì, non aveva alcun rimpianto e non provò alcun dolore, bensì abbandonò questo mondo con naturalezza. Come tutti sanno, era un uomo che, in vita, temeva Dio e fuggiva il male; Dio elogiava le sue azioni giuste, le persone le ricordavano e la sua vita, più di quella di chiunque altro, ebbe valore e significato. Giobbe ricevette le benedizioni di Dio, fu chiamato giusto da Lui sulla terra e fu anche messo alla prova da Dio e tentato da Satana; rese testimonianza a Dio e meritò di essere definito un uomo giusto. Nei diversi decenni dopo che Egli l’aveva messo alla prova, visse una vita ancora più preziosa, più significativa, più solida e più tranquilla di prima. Per via delle sue azioni giuste, Dio lo mise alla prova; per via delle sue azioni giuste, gli apparve e gli parlò direttamente. Così, negli anni dopo essere stato messo alla prova, Giobbe comprese e apprezzò il valore dell’esistenza in modo più concreto, raggiunse una comprensione più profonda della sovranità del Creatore e ottenne una conoscenza più precisa e più certa di come Egli dia e tolga le Sue benedizioni. La Bibbia documenta che Jahvè Dio concesse a Giobbe ancora più benedizioni di quanto avesse fatto in passato, mettendolo in una posizione ancora migliore per conoscere la sovranità del Creatore e per affrontare serenamente la morte. Così Giobbe, quando invecchiò e affrontò la morte, certamente non si preoccupò delle sue proprietà. Non aveva alcuna preoccupazione, nulla di cui pentirsi e, naturalmente, non aveva paura della morte; infatti passò tutta la vita temendo Dio e fuggendo il male, e non aveva motivo di angosciarsi per la propria fine. Quante persone oggi potrebbero agire in tutti i modi in cui agì Giobbe quando affrontò la morte? Perché nessuno è in grado di mantenere un comportamento esteriore così semplice? C’è soltanto un motivo: egli visse la vita nella ricerca soggettiva della fede, del riconoscimento e della sottomissione alla sovranità di Dio, e fu con questa fede, con questo riconoscimento e con questa sottomissione che superò i momenti importanti dell’esistenza, che visse i suoi ultimi anni e accolse l’ultimo momento decisivo della vita. A prescindere da ciò che sperimentò, le sue ricerche e i suoi obiettivi esistenziali furono felici, non dolorosi. Era felice non solo per le benedizioni o gli elogi concessi dal Creatore, ma soprattutto per le proprie ricerche e i propri obiettivi di vita, per la conoscenza graduale e la comprensione vera della sovranità del Creatore che raggiunse temendo Dio e fuggendo il male, e inoltre per le Sue azioni meravigliose, che sperimentò personalmente mentre era soggetto alla sovranità del Creatore, e per le esperienze e i ricordi calorosi e indimenticabili della coesistenza, della conoscenza e della comprensione reciproca tra l’uomo e Dio; per il conforto e la felicità che gli derivavano dal conoscere la volontà del Creatore; per la riverenza che scaturì dopo che ebbe visto quanto Egli fosse grande, meraviglioso, amorevole e fedele. La ragione per cui Giobbe riuscì ad affrontare la morte senza alcuna sofferenza era la consapevolezza che, morendo, sarebbe tornato accanto al Creatore. Furono le sue ricerche e le sue conquiste esistenziali a permettergli di affrontare la morte, la prospettiva che il Creatore si sarebbe ripreso la sua vita, con un cuore calmo e sereno e, inoltre, di ergersi dinanzi a Lui immacolato e libero dalle preoccupazioni. Al giorno d’oggi, le persone possono conquistare il genere di felicità che possedeva Giobbe? Siete nella posizione di farlo? Dato che la risposta è sì, perché oggi gli uomini non sono in grado di vivere felicemente, come fece Giobbe? Perché non sono in grado di sfuggire alla sofferenza derivante dal timore della morte? Quando alcune persone affrontano la morte, se la fanno sotto per la paura; altre tremano, svengono, si scagliano contro il Cielo e contro l’uomo, addirittura gemono e piangono. Queste non sono affatto le reazioni improvvise che si verificano quando la morte si avvicina. Gli uomini si comportano in questi modi imbarazzanti principalmente perché, nel profondo del cuore, temono la morte, perché non hanno una conoscenza chiara e un apprezzamento della sovranità di Dio e delle Sue disposizioni, né tantomeno vi si sottomettono; perché vogliono soltanto organizzare e governare ogni cosa da soli, controllare il proprio destino, la propria vita e la propria morte. Non c’è da stupirsi, dunque, che non riescano mai a sfuggire al timore della dipartita.

sabato 26 gennaio 2019

Dio usa la Sua onnipotenza e al Sua saggia via per fornire ogni nutrimento e consentire la sopravvivenza dell’umanità

Dio usa la Sua onnipotenza e al Sua saggia via per fornire ogni nutrimento e consentire la sopravvivenza dell’umanità

All’inizio abbiamo parlato dell’ambiente di vita dell’umanità e di ciò che Dio ha fatto, predisposto e orchestrato per tale ambiente, oltre ai rapporti tra tutte le cose che Egli ha preparato per l’uomo e di come Si sia occupato di questi rapporti per impedire a tutte le cose di danneggiarlo. Dio ha anche dissolto i vari elementi portati da tutte le cose e gli influssi negativi che essi avevano sull’ambiente dell’uomo, ha permesso a tutte le cose di massimizzare la loro funzione, ha donato all’umanità un ambiente favorevole e ha reso benefico ogni elemento, consentendo agli uomini di adattarsi a un simile ambiente e di continuare normalmente il ciclo della vita e della riproduzione.

Come conoscere la vita e il lavoro dell’incarnazione?

Come conoscere la vita e il lavoro dell’ incarnazione ? Dio dice: “La Sua vita e opera nello stato incarnato si possono dividere in...