Liberarsi dall’indole peccaminosa è l’ingresso del Regno di Dio
Quando avevo dodici anni, iniziai ad avere fede nel Signore Gesù e divenni cristiana. Dal momento in cui cominciai a credere, presi a partecipare attivamente e con costanza al culto della domenica e ai gruppi di studio della Bibbia. Durante gli incontri di studio della Bibbia, discutevamo spesso su II Timoteo 4:7-8: “Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia […]”. Eravamo dell’opinione che, come cristiani, avremmo dovuto imitare Paolo e sforzarci di andare in giro e di compiere opere, perché se così avessimo fatto, il Signore ci avrebbe assegnato la corona di giustizia. Anche il nostro pastore ci incoraggiava spesso in tal senso, sostenendo che nel Regno dei Cieli si entra grazie all’impegno e, purché ci sforziamo di perseguire e di compiere diligentemente l’opera del Signore, quando Egli ritornerà, ci rapirà al Regno dei Cieli. Questi insegnamenti diventarono la pietra angolare della mia fede in Dio e io giurai a me stessa che avrei fatto tutto il possibile per partecipare al lavoro di servizio nella Chiesa, in modo da poter accumulare abbastanza “valore” per compiacere Dio, così che quando Egli sarebbe giunto, io avrei potuto essere rapita nel Regno dei Cieli.