lunedì 11 febbraio 2019

L’Amore di Dio mi ha accompagnato durante grandi sofferenze

L’Amore di Dio mi ha accompagnato durante grandi sofferenze

“Svelti, tutti!” Chiamai con eccitazione. Era una sera d‘inverno molto fredda, tuttavia in cuor mio ero entusiasta perché era la prima volta che avrei condotto i miei fratelli e sorelle, che avevano appena iniziato a credere nel Signore al villaggio vicino per partecipare a un incontro.
Dopo essere giunti al luogo di incontro, vidi che c’erano quasi 40 fratelli e sorelle in una stanza stretta. Vedendo che tutti noi ci eravamo seduti, il pastore, fratello Zhao cominciò a predicare a noi. Improvvisamente da fuori si sentirono delle grida: “Non muovetevi!” E alcuni poliziotti entrarono con la forza. Erano guidati dal comandante della stazione di polizia locale, il capo Yan, che ci urlò: “Il vostro raduno è illegale! Chi è il vostro capo? Chi è il vostro pastore?” Era la prima volta che affrontammo questa situazione. Vedendo i loro sguardi aggressivi avevamo molta paura, finché fratello Zhao disse: “Io!” Prima che fratello Zhao finisse di dire, il capo Yan si avvicinò e gli diede due schiaffi. Dopo averlo colpito gli disse in modo feroce: “Questo ti insegnerà a pregare! Questo ti insegnerà a credere in Dio!” Poi ordinò ai suoi sottoposti di prenderci. Alcuni poliziotti misero subito le manette a fratello Zhao, mentre le nostre braccia furono legate ad una lunga corda, uno in fila all’altro. Furono inoltre confiscate le nostre Bibbie, le borse, e poi fummo condotti alla stazione di polizia.

Ripensando a fratello Zhao picchiato provai una paura inesprimibile nel mio cuore. Non sapevo quali tormenti avremmo sofferto. Pregavo continuamente in cuor mio: “Oh Signore, ti prego salvaci! Signore, ti prego salvaci!” Dopo questa preghiera ricordai le parole di Gesù: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima; temete piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna” (Matteo 10:28).

Le parole di Dio mi donarono fede e forza. Non importa quanto crudele il PCC fosse, avrebbe ucciso soltanto i nostri corpi, non i nostri animi. Se i nostri corpi muoiono, le nostre anime torneranno al fianco di Dio. Inoltre, senza il permesso di Dio, non soffriremo nemmeno un graffio. A quel punto il mio cuore si calmò.

Dopo essere giunti alla stazione di polizia, il capo Yan ci fece entrare in una stanza buia e ci disse: “Se continuerete a credere in Dio sarete incarcerati”. Dopo aver pronunciato queste parole se ne andò. Mi guardai intorno. Nella stanza c’erano soltanto alcuni pezzi di legno e nient’altro. Avevamo così freddo che continuavamo a muoverci. Di fronte a questa nuova ed improvvisa esperienza, non sapevamo cosa avremmo incontrato. Eravamo preoccupati, ci chiedevamo se saremmo stati sottoposti a fermo, se saremmo stati multati, a come la mia famiglia mi avrebbe guardato dopo aver scoperto tutto ciò. In quel momento mi sentii molto debole. Pensai ai miei due bambini. Cosa avrebbero fatto se non fossi stata al loro fianco? Non osai pensare altro e mi misi subito a pregare: “Oh Dio! Sai che sono debole. Ti chiedo di proteggermi e di rafforzare la mia fede”. Dopo la preghiera pensai a Gesù, che per salvarci sopportò tutti i nostri peccati, le umiliazioni e le sofferenze, fino a farsi crocifiggere… Per un momento fui commossa dall’amore di Dio e non provai più freddo. Condivisi l’amore di Dio con le mie sorelle. Anche loro furono profondamente emozionate e provarono fiducia nella testimonianza del Signore. Non potemmo fare a meno di intonare un inno, “Se ci lasceranno in vita, vivremo per il Signore; se ci uccideranno, moriremo per il Signore…”.
Il giorno seguente la polizia non ci permise ancora di mangiare o bere. Avevo freddo ed ero affamata, mi sentivo debole e sconvolta. Sapevo che il PCC avrebbe utilizzato questi mezzi per spingerci a tradire il Signore. Perciò pregai Dio di proteggere i nostri cuori, che non fossero compromessi da Satana. Pensai alle parole di Gesù: “Ma egli rispondendo disse: Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). Le parole di Dio mi donarono nuovamente fede e forza. Dall’arresto fino a quel momento il Signore mi aveva sempre accompagnata, guidandomi e aiutandomi con le Sue parole. Nei momenti di debolezza mi donò forza e fiducia. Grazie Signore! Nutrendomi dell’amore di Dio non mi sentii più affamata. Quella sera le nostre famiglie pagarono la cauzione e fummo rilasciati.
Dopo aver fatto ritorno al villaggio, i vicini iniziarono a deriderci, dicendo: “Come ci si sente ad essere arrestati?” “Siete così giovani, perché credete in Dio?” … Di fronte a tali calunnie e ridicole pensai alle parole di Gesù: “Voi certo berrete il calice ch’io bevo […]” (Marco 10:39). “Beati i perseguitati per cagion di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli” (Matteo 5:10). Non mi sentii infelice. Al contrario, sentii che il superamento di queste sofferenze era un onore e una grazia speciale che il Signore mi aveva conferito. Ero felice.
In seguito all’arresto da parte del PCC, ho potuto sperimentare quanto le parole del Signore siano di grande aiuto per noi, come esse siano la fonte della nostra fede e della nostra forza. Ho preso così una decisione: da quel momento, non importa di fronte a quale situazione mi troverò, io mi affiderò al Signore e sarò Sua testimone. Credo che attraverso la guida delle parole del Signore non esistano difficoltà che non possano essere superate. Grazie Signore! Amen!

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